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La success story della realizzazione Datacore di 3CiME al Comune di Bologna

SANsymphony-V10 di DataCore per modernizzare l’infrastruttura storage del Comune di Bologna

La scelta di una soluzione software-defined ha permesso di rispettare tutte le esigenze e di contenere le spese (per il comunicato PDF, cliccate qui)

La success story della realizzazione Datacore di CiME al Comune di Bologna
DataCore, azienda leader nel software-defined storage, illustra come la sua soluzione SANsymphony-V 10 sia stata utilizzata dal Comune di Bologna per risolvere l’esigenza di modernizzare la propria infrastruttura storage.
Il Comune di Bologna amministra una delle grandi Città italiane, 4300 i dipendenti , 3500 le postazioni informatiche, 50 uffici distribuiti sul territorio fra i quali Musei, Uffici amministrativi, Biblioteche oltre a 200 Scuole facenti anch’esse parte dell’infrastruttura del Comune. 

L’infrastruttura del Comune è composta da 2 Server Farm posizionate nelle 2 sedi principali, nelle quali si concentrano tutte le risorse, i sistemi di rete , i server , ridondati per garantire la continuità operativa indispensabile. 250 sono i server gestiti dei quali 200 circa virtualizzati tramite VMWare su blade HP e IBM. Il volume totale dei dati è di circa 50 TB (sono quelli oggi licenziati).  Tutte le sedi sono collegate in banda larga. 

A Stefano Mineo, Direttore Unità Servizi Infrastrutturali del Comune, l’amministrazione chiede di

La success story della realizzazione Datacore di CiME al Comune di Bologna

  • aumentare la potenza della piattaforma tecnologica, compresa la sostituzione di HW arrivati alla fine del loro ciclo di vita, per gestire nuovi servizi IT, unitamente ad un sostanziale incremento delle performance per riuscire ad ottenere risposte rapide
  • garantire l’ indispensabile business continuity

il tutto con il vincolo di un contenimento della spesa.
La prima risposta architetturale è stata quella di ridondare le due Server Farm, seguita dall’aumento della potenza dei sistemi con componenti tecnologiche virtualizzate e della capacità di storage.

“A questo punto è partita l’indagine che ha escluso l’adozione della classica soluzione di potenziamento dell’HW a favore del Software Defined Storage”. dichiara Stefano Mineo che continua “abbiamo accantonato quindi l’idea di dotarsi di appliance forniti da HW vendor a favore di una soluzione SW per la gestione dei dischi destinati allo storage. Le motivazioni hanno riguardato l’aspetto economico, infatti l’adozione della soluzione Software-Defined elimina l’esigenza di dotarsi di ulteriore HW, oltre a garantire una maggiore flessibilità in fase di crescita e senza alcun vincolo rispetto all’acquisto di HW di uno specifico vendor per eventuali esigenze future” 

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